La Sindrome della Fase del Sonno Ritardata, nota anche con l’acronimo DSPS (in inglese, Delayed Sleep Phase Syndrome), è un disturbo abbastanza comune che altera il ritmo circadiano del sonno. La sindrome si sviluppa in età scolare e tende a scomparire alla fine dell’adolescenza, ma può anche durare per tutto il corso della vita di un individuo.
La DPSP è caratterizzata dall’incapacità di addormentarsi in un orario convenzionale; infatti, di solito, il soggetto prende sonno due o tre ore dopo la mezzanotte e si risveglia in tarda mattinata o addirittura nel pomeriggio.
La Sindrome della Fase del Sonno Ritardata, quindi, implica uno spostamento in avanti dell’ora di addormentamento e dell’ora di risveglio. Ciò incide sull’andamento scolastico e lavorativo, nonché sulla vita sociale dei soggetti, poiché crea varie difficoltà per coloro che desiderano svegliarsi negli orari “naturali”. Per questo motivo, i soggetti, costretti ad alzarsi la mattina per impegni scolastici o lavorativi, soffrono ovviamente di un’eccessiva sonnolenza diurna.
A parte il problema dell’ora del risveglio, le persone affette da DSPS non presentano altri sintomi che possono intaccare la qualità del sonno; infatti, tali soggetti, se lasciati riposare negli orari che preferiscono, dormono solitamente 8-9 ore risvegliandosi di nuovo carichi di energia.
Esistono diverse terapie, più o meno efficaci, per attenuare il disturbo; ad esempio, il paziente può ricorrere alla melatonina, alla fototerapia, alla cronoterapia o alle terapie farmacologiche.
Avete mai sentito parlare di questo disturbo? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti.