Spesso vediamo i personaggi più disparati presi da improvvisi e funesti attacchi di sonno nei luoghi più scomodi e impensabili (treni, metropolitane, sui banchi di scuola, in fila alle poste…) dormire beatamente, tanto che pensiamo che non esistano circostanza più estreme in cui fare un meritato sonnellino. Molti studenti si addormentano durante le lezioni, quando diventano pesanti o troppo lunghe.
Ma avete mai pensato invece a come riescono a dormire i velisti, le cui gare possono prolungarsi per giorni (o addirittura settimane) intere? Dormire le classiche otto ore non è plausibile, perché spesso si è soli ed è necessario mantenere la guardia; eppure in qualche modo dovranno farlo per potersi mantenere in forze.
Ebbene, proprio loro ci svelano che adottano un particolare metodo: dormono a brevi intervalli di pochi minuti.
Ellen MacArthur, la velista celebre per il record del viaggio intorno al mondo da solista, ha perfezionato un sistema di brevi sonnellini che bilanciano il bisogno fisico di sonno e la necessità di restare vigili per completare la gara e non mettersi in pericolo: ha dormito per cinque ore e mezzo al giorno, in blocchi di 36 minuti. La MacArthur ha dichiarato: “non riuscirei a descrivere il meccanismo del mio orologio biologico, percepisco quando il vento cambia e subito il mio sonno si interrompe, anche se ho dormito per 40 minuti di seguito”.
Altri invece sono ancora meno fortunati quando si tratta di riposare in condizioni estreme; molti astronauti ad esempio si ritrovano a dormire in circostanza ancora più complesse. La mancanza di gravità fa si che debbano dormire verticalmente e non possono nemmeno consolarsi accoccolandosi in una rassicurante coperta. Ed anche il cuscino, nel caso, deve essere fissato alla testa.
Tutto ciò però, non impedisce agli astronauti di russare, come dimostrano le profonde sinfonie nasali rilevate dai microfoni degli scienziati della NASA!