Secondo gli storici e gli scienziati sociali i nostri antenati del medioevo si alzavano all’alba, iniziavano a lavorare presto e si addormentavano nel tardo pomeriggio. Si svegliavano poi in prima serata per consumare la cena, considerata una delle più importanti attività sociali, e dopo aver mangiato e bevuto andavano a letto intorno a mezzanotte, pronti a risorgere all’alba.
Andare a letto la sera tardi e dormire fino al mattino, che è il modello di sonno della cultura occidentale, non è un’abitudine condivisa da molto tempo; prima della rivoluzione industriale e l’arrivo della lampadina elettrica infatti, non esisteva questo modello di sonno prestabilito che si è invece poi fissato nel tempo.
Più avanti nel tempo si sviluppò invece l’abitudine andare a letto alle 9 di sera quando calava il buio (o anche prima durante l’inverno), fino a mezzanotte, per poi svegliarsi e svolgere qualche piccola attività, come leggere, scrivere lettere, conversare, prepararsi uno spuntino… Quest’abitudine è coerente con la scoperta di un picco riconosciuto nell’attività del cervello intorno a mezzanotte (spesso sfruttata da poeti e scrittori), dopo la quale sarebbero seguite altre quattro ore circa di sonno.
Questo modello è stato tramandato fino all’inizio del 19° secolo e, curiosamente, è anche il modo in cui gli scimpanzé regolano il proprio sonno.