Quando eravamo bimbi, la maggior parte di noi sognava di diventare un astronauta: si tratta di un lavoro che ti porta a “toccare” le stelle, a vivere un’avventura davvero unica e a guardare la Terra con occhi del tutto diversi dal solito.
Molto bello e poetico, ma ovviamente non è tutto rose e fiori: infatti, tra i diversi svantaggi che il lavoro presenta, sembra che via sia la mancanza di sonno, sia durante i mesi di preparazione sia durante le varie missioni spaziali.
Lo rileva uno studio del Brigham and Woman Hospital della Harvard Medical School di Boston. Gli studiosi hanno monitorato il sonno di 64 astronauti per ben 10 anni, analizzando 4000 notti di sonno sulla Terra e 4200 notti nello spazio.
Lo studio rivela che gli astronauti soffrono di carenza di sonno, dormendo mediamente 6 ore, rispetto alle 8 necessarie all’organismo per recuperare le energie.
Ciò non stupisce, dato che gli astronauti vedono l’alba e il tramonto per ben 10 volte, a causa della stazione spaziale che orbita attorno alla Terra ogni 90 minuti.
Poiché si entra e si esce nelle zone di sole e di ombra, addormentarsi risulta quindi difficile.
La ricerca, inoltre, fa emergere un altro dato preoccupante: l’equipaggio delle stazioni spaziali ricorre spesso a farmaci per dormire più tranquillamente.
Secondo Laura Barger, una delle autrici dello studio: “La possibilità per un membro dell’equipaggio di eseguire compiti in modo ottimale se svegliato improvvisamente da un allarme di emergenza può essere compromessa dall’uso di farmaci promotori del sonno”.
Attualmente si stanno studiando soluzioni per il problema della mancanza di sonno degli astronauti. Non ci resta che attendere per vedere degli sviluppi.
Voi, cosa pensate dei ritmi di sonno degli astronauti?