Vi abbiamo parlato più volte dei disturbi del sonno.
Avere un sonno difficile però potrebbe non solo portare problemi, ma anche essere un segnale di problemi: in particolare neurologici.
I ricercatori dell’Università di Toronto sono convinti che un particolare disturbo del riposo, che avviene in particolare durante la fase Rem, possa essere considerato addirittura il miglior segnale predittivo di malattie cerebrali come il Parkinson e l’Alzheimer.
Sulla rivista Trends in Neuroscience, su cui è stato riportato lo studio, i ricercatori affermano che “il disturbo comportamentale in sonno Rem, non è solo un precursore, ma un segnale di avvertimento della neurodegenerazione che può portare a malattie del cervello, che si verificano infatti nell’80-90% delle persone affette da questo disturbo”.
Secondo gli studi del team canadese, guidato da John Peever, i problemi neurologici interesserebbero principalmente le aree del cervello che controllano il sonno, per poi attaccare quelle che causano le malattie. Questo tipo di disturbo si verifica nella fase più profonda del riposo e provoca un’interruzione brusca e improvvisa del momento in cui si sogna. Questo può provocare lesioni fisiche a se stessi o alle persone con cui si dorme. Mentre nelle persone sane i muscoli vengono paralizzati momentaneamente durante il sonno per evitare che tutto questo accada, nelle persone con problemi di neurodegenerazione, questa protezione non esiste.
I ricercatori hanno quindi affermato quanto sia importante per i medici riconoscere questo disturbo del sonno come potenziale indicatore di una malattia del cervello al fine di diagnosticare i pazienti in una fase precoce e di trattarli con farmaci che riducono la neurodegenerazione, rallentando dunque l’arrivo di gravi malattie neurodegenerative.