Abbiamo parlato varie volte di ciclo del sonno e del ritmo circadiano, ma non abbiamo mai approfondito.
Oggi rimediamo subito, dedicando a questo argomento tutto lo spazio che merita.
Innanzitutto, dal punto di vista etimologico, un ritmo circadiano è un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore. Il termine “circadiano”, coniato da Franz Halberg, viene dal latino circa diem e significa appunto “intorno al giorno”.
Il primo a intuire che i ritmi osservati potessero essere di origine endogena fu lo scienziato francese Jean-Jacques d’Ortous de Mairan che nel 1729 notò che i modelli di 24 ore nei movimenti delle piante continuavano anche quando queste venivano tenute in condizioni di buio costante.
Esistono dei momenti precisi, durante la giornata, che scandiscono il ritmo:
- 06:00: I livelli di cortisolo aumentano per svegliare cervello e corpo.
- 07:00: Si interrompe la produzione di melatonina.
- 09:00: Si raggiunge il picco di produzione di ormoni sessuali.
- 10:00: Si ha il picco di attenzione mentale (per questo la mattina si tende a essere più produttivi).
- 14:30: La coordinazione motoria migliora.
- 15:30: Le reazioni fisiologiche interne aumentano il ritmo.
- 17:00: Si raggiunge il punto più alto di efficienza cardiovascolare.
- 19:00: La pressione sanguigna e la temperatura corporea tendono ad aumentare.
- 21:00: La melatonina comincia a essere prodotta in quantità maggiori per preparare il corpo al sonno.
- 22:00: I movimenti interni (degli organi e delle cellule ad esempio) vengono ridotti al minimo.
- 02:00: Sonno profondo.
- 04:00: La temperatura corporea raggiunge il picco più basso.
Questi orari di riferimento possono variare in base alla luce (il fattore decisamente più importante), alla routine (lavori che sono caratterizzati da orari a turni potrebbero modificare il ritmo circadiano), e alla melatonina.