Rimaniamo sul tema dell’ultimo articolo: ovvero il sonno dei bimbi, passando però dai neonati a quelli un pochino più grandi (in particolare fino al terzo anno d’età).
In particolare però è bene distinguere tra normale sonno fisiologico dei bambini (che è diverso da quello degli adulti) e i veri e propri disturbi del sonno.
Sul sonno dei bambini, infatti, nei primi anni di vita si concentra la maggior parte dei discorsi dei genitori, che con aria rassegnata lamentano le molte nottate in bianco, con conseguenti consigli di amici e familiari.
In realtà non si può consigliare nulla, poiché i bimbi fino ai 3 anni hanno dall’80% al 50% di sonno leggero, e l’alternanza delle fasi di sonno REM e NREM avviene ogni 60 minuti circa. Ciò significa che attraversano ogni ora una fase di vulnerabilità in cui possono risvegliarsi con maggiore facilità perché non sanno ancora bloccare gli stimoli esterni che provocano il risveglio.
Per quanto riguarda i disturbi del sonno veri e propri, in genere nei bambini si hanno disturbi dell’addormentamento (la classica lotta “ancora cinque minuti”).
Studi condotti in Germania rivelano che a 56 mesi il 12% dei bambini ha dei problemi ad addormentarsi, mentre il sonnambulismo e gli attacchi di paura durante la notte invece vengono riportati dai genitori solo nel 14% dei casi.
Il bambino non si addormenta alle ore e con le modalità richieste, non accetta di stare in un letto e in una camera separati, spesso crolla a un certo punto per il sonno ma al primo risveglio notturno migra nel letto dei genitori e resiste strenuamente ai tentativi spesso disperati di questi ultimi.
Le cause possono essere essenzialmente di due tipi:
- una educativa, ambientale: non si dà eccessiva importanza a regole educative e limiti e segue la via più semplice e meno conflittuale di lasciare che il bambino faccia come vuole.
- una individuale del bambino: il bambino non ha maturato una sicurezza sufficiente per affrontare la fase di separazione. Di solito i due aspetti sono variamente mescolati.
In questi casi i genitori dovrebbero prendere seriamente questi disturbi e cercare delle soluzioni, ad esempio:
- trasmettere al bambino sicurezza anche durante il giorno: i bambini che durante il giorno ricevono sufficiente affetto dai genitori tendono a svegliarsi meno la notte per richiamare l’attenzione.
- installare una luce per la notte che il bambino può accendere e spegnere da solo.
- leggere al bambino una storia che tratta di un bambino che ha paura di addormentarsi di modo che il bambino si può confrontare con un’altra persona e provare le soluzioni proposte nei racconti.
- in caso di incubi farsi raccontare il sogno e consolare il bambino lo aiutano molto.